Omelia dell’Arcivescovo nel pontificale dei santi patroni Teodoro e Lorenzo

Ogniqualvolta celebriamo l’Eucaristia i santi sono a mensa con noi. La celebrazione dei santi patroni Teodoro e Lorenzo ci porta accanto a noi persone grandi e umili contemporaneamente. Non ci incutono timore ma fiducia e confidenza. Portiamo nelle loro mani i problemi della città perché intercedano presso il Padre.

La vita di fede è relazione, è stare insieme a Dio al pari suo. Anzi si dona come cibo perché possiamo essere suoi commensali.

 

E il Signore ci invita ad occupare un posto, ma ci chiede di evitare l’arrembaggio ai primi posti. La superbia allontana da Dio, mentre l’umiltà avvicina a Lui. L’umiltà è inserita nella natura umana (humus-terra-uomo) perché ciascuno di noi si renda conto di non essere autosufficiente ma si orientato a Lui, aderendo alla verità di se stesso.

Solo se non perdiamo la relazione con la Verità possiamo comprendere che “la grandezza è il diventare niente” (S. Weil)

Insieme all’umiltà occorre considerare la gratuità. Donando a chi non può ricambiare si imita Dio! La gratuità è la base delle nostre relazioni. “Nessuno è così povero da non donare” (G. Crisostomo)

Siamo tutti rivestiti della stessa gratuità, e la nostra ricompensa è nelle mani del Padre.

I Santi sono grandi per essere a noi fratelli nell’umiltà del cammino e nella gratuità del rispecchiare il volto di Dio.

Possiamo, imitando i nostri patroni prenderci cura degli altri, “gareggiando nello stimarci a vicenda” per ricevere la ricompensa che il Signore ci ha promesso.