Pellegrinaggio in Terra Santa

Lungo le strade percorse dal Signore

Il racconto dei pellegrini

Sulla memoria digitale dello smartphone fotografica le immagini di Betlemme, Nazareth, Gerusalemme o del deserto o del lago di Tiberiade.
Ma nel cuore dei 50 pellegrini della vicaria di Brindisi cosa è rimasto del viaggio in Terra Santa organizzato dal 3 al 10 luglio 2023?
Cosa resta in loro dei tanti luoghi veduti, delle persone incontrate, delle celebrazioni cui hanno partecipato e delle meditazioni ascoltate? 
Al pellegrinaggio hanno preso parte 8 presbiteri, molti pensionati, qualche giovane e coppie di sposi… storie diverse, stessa destinazione: le radici della fede. 
L’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa è stata un vero e proprio bagno nelle Sacre Scritture, accompagnato dalla guida di don Carlo Santoro.
Inginocchiarsi davanti al luogo dell’incarnazione a Nazareth, riudire l’eco delle beatitudini sul monte, le impronte della predicazione a Cafarnao e delle tentazioni nel deserto.
Sperimentare la bellezza della trasfigurazione al Tabor e l’incontro delle due donne ad Ain Karem.
Navigare sul lago di Tiberiade, e poi toccare la grotta della nascita, la genuina fede dei pastori, e poi immergersi nel Giordano.
E infine i luoghi degli ultimi giorni: Gerico, Betfage, Gerusalemme con tutto il denso carico di emozioni, profumi, sapori forti, gente straniera, ricordi, pensieri, preghiere e lacrime di gioia e di commozione.
L’impatto emotivo con quei luoghi è stato indubbiamente forte, ma soprattutto qualcosa resta nel profondo del cuore.
Tante emozioni e suggestioni: bisogna farle sedimentare un po’ per capire in che cosa cambia la vita.
Intanto però, inutile negarlo, è già possibile affermare come il pellegrinaggio in Terra Santa sia stato un’esperienza intensa di fede.
Si vedono i luoghi in cui ciascuno ha immaginato – a suo modo – la vita di Gesù.
Sicuramente la visita dei luoghi delle Scritture cambia il modo di leggere il Vangelo.
Ancora, fra le note estremamente positive c’è il fatto che tra i pellegrini si è creato un ottimo clima fraterno.
Poi è stato davvero bello scoprire con quale dedizione i francescani conservano i luoghi santi e gli scavi archeologici: è il segno di una fede che è anche cultura, che si pone domande intelligenti e che si radica nella tradizione.
Ora, arrivati ciascuno a casa emergerà soprattutto la voglia di raccontare, di parlare di quello che si è visto e provato.
E anche di rivedere i compagni di pellegrinaggio, per scambiare ancora ricordi e emozioni.
E già si sogna di organizzare il prossimo pellegrinaggio per coinvolgere anche chi non è riuscito a partecipare a questo…